Le relazioni sentimentali ambivalenti: conoscerle per non subirle
Le difficoltà nelle relazioni sentimentali sono un motivo che spinge molto frequentemente uomini e donne a cominciare un percorso psicoterapeutico, perché rappresentano un aspetto fondamentale nella vita di ognuno. Essere single per scelta, più di qualche volta, è un alibi per celare la dose letale di dolore e sofferenza con cui sono terminate alcune storie.
Parlerò al femminile (ma non è difficile che anche gli uomini soffrano per le stesse ragioni) perché sono in misura maggiore le donne a mostrare una particolare sensibilità per la sfera dei sentimenti in modo particolare quando invischiate in relazioni ambivalenti con uomini definiti “narcisisti”. Affascinanti ma difficili dedicano loro dichiarazioni d’amore degne di un poeta ma sono incapaci di dimostrare con i fatti quello che dicono a parole. Alternano comportamenti da perfetto seduttore a lunghi silenzi e assenze fisiche ed emotive. Se un momento prima la donna è al settimo cielo, un attimo dopo giunge persino a dubitare persino che la relazione esista.
Sarebbe proprio questa ambivalenza a confondere, disorientare, rafforzare la dipendenza. La “vittima” del narcisista tenta continuamente di capire quali dei due comportamenti esprima il reale modo di essere dell’oggetto d’amore senza riuscirci; soffre perché il comportamento del partner non è prevedibile e cerca continuamente di capire il motivo di questa ambivalenza attraverso continue domande e richieste di spiegazione che, piuttosto che rassicurare, aumentano le incertezze. Come si sa, il tentativo di cambiare l’altro è sempre fallimentare.
A questo punto vorrei esprimere una perplessità: il narcisista è davvero capace di imprimere una cicatrice indelebile nel cuore delle donne senza la loro inconsapevole complicità?
Watzlawick, Beavin e Jackson, nell’ormai celeberrimo Pragmatica della comunicazione umana, descrivendo i cinque assiomi della comunicazione, enunciano nel quinto che, tutti gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza.
se in una relazione sentimentale le responsabilità il più delle volte non sono suddivise in parti uguali, ciò che è davvero rilevante è che comunque vi è un’interazione complementare. Le vittime creano i loro aguzzini quanto i tiranni creano i loro sottomessi, in un gioco relazionale da sindrome di Stoccolma
Giorgio Nardone
Ci sarebbe quindi l’inevitabile contributo inconsapevole dell’altro nel mantenimento della dinamica relazionale.
Sulla base di questa considerazione, continuare a voler cambiare l’altro è estremamente disfunzionale e avrà il solo effetto di aumentare la complementarietà patologica. Attribuire la responsabilità della propria infelicità e insoddisfazione sentimentale esclusivamente al narcisista può diventare un alibi e una giustificazione per celare il proprio bisogno di una relazione a tutti i costi che spinge a legarsi anche a quelle “tossiche”.
Il percorso psicoterapeutico per questo tipo di problemi deve quindi aiutare le persone a modificare il copione comportamentale disfunzionale. Chi si comporta in modo ambivalente non cambierà certo per effetto dei tentativi di persuasione.
Bibliografia:
Nardone, G., Balbi, Gli errori delle donne (in amore), Ponte alle Grazie, Milano.
Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D. (1997), Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma.
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